Aggiornato il: 10 Aprile 20

A cosa serve la formazione manageriale

La formazione non serve solo a risolvere problemi e a dare risposte, ma serve anche a porsi nuove domande ed a osservare le cose da punti di vista diversi. Cosa significa, in concreto, per un imprenditore vedere le cose da nuovi punti di vista? Perchè è così importante e strategico?

Proviamo a rispondere a questa domanda con un gioco e poi con qualche esempio. Disegnate su un foglio a quadretti 9 punti equidistanti, in questo modo:

Ora provate a unire i 9 punti con 4 linee senza staccare la penna dal foglio. Provate per qualche minuto prima di continuare a leggere.

Il gioco è difficile perché in modo “naturale” noi vediamo un “quadrato” e tendiamo a provare a risolvere il gioco stando dentro ai limiti del quadrato. In realtà il gioco si risolve uscendo fuori dal “quadrato”. In questo modo:

Questo piccolo gioco ci permette alcune riflessioni sul ruolo della formazione:
 
  • il quadrato non è nella realtà, è nella nostra testa
  • spesso diamo per scontato che certe cose non si possono fare, o pensiamo che non si possano fare diversamente, fino a che qualcuno ci mostra che invece è possibile
  • la formazione serve a questo: a vedere i quadrati che abbiamo in testa e che non sappiamo di avere
In altre parole la formazione, in particolare la formazione manageriale, serve a vedere i nostri punti ciechi, quello che non vediamo e che non dipende da nostre specifiche incapacità, ma da qualcosa di strutturale: disegnando 9 punti in quel modo, automaticamente vediamo un quadrato e automaticamente quel quadrato ci vincola. Ogni osservazione ha punti ciechi e limiti che non dipendono dall'osservatore (ma sono intrinseci all'attività di osservare), quindi l'unico modo di riconoscere un punto cieco è dotarsi di altri punti di vista: nella pratica altre persone con conoscenze e competenze diverse. Nessuno può capire o vedere il proprio punto cieco: c'è bisogno di uno sguardo esterno.

La formazione può aiutare aggiungere punti di vista diversi, destabilizzanti e innovatori.
 
Aggiungo un particolare importante: a volte si pensa che cambiare il punto di vista sia importante per vedere cose nuove e nascoste. Per esempio se guardo una moneta vedo solo una faccia: devo cambiare punto di vista per vedere il retro. Questo però è solo un aspetto della faccenda. A volte cambiando punto di vista non vedo solo “il retro”, ma trasformo l'oggetto che cambia radicalmente. Per esempio, se cambio punto di vista non vedo più una moneta, ma una trottola, o un vassoio per formiche, o un disco di metallo utile a mille altri usi o altro ancora...
 
Come si traduce questo da un punto di vista imprenditoriale?
 
Pensiamo a Tesla, per esempio. Anche se alcuni parlano di una semplice bolla finanziaria, è interessante leggere le motivazioni di chi l'ha acquistata.
Qual è il motivo che spinge una persona che può spendere fra gli 80 e i 115 mila Euro per una macchina, a comprarsi una Tesla invece che una Porsche, o una Mercedes, o una BMW?
Intervistando i clienti si scopre che alcuni raccontano che l'hanno acquistata per il design, altri perchè l’elettrica è più “intelligente”, altri perché accelera da 0-100 in meno di 3 secondi, per altri è stata una scelta prima di tutto ambientale, per altri concettuale: “Entro in macchina e mi sento nel futuro”.
Questa mi pare la frase chiave: “Entro in macchina e mi sento nel futuro”.
Tesla ridefinisce il concetto di auto e, leggendo quello che raccontano i clienti di Tesla, traspare una passione e un desiderio che è ormai spento in chi compra l’auto.
L’auto “tradizionale” sembra un prodotto vecchio, del secolo scorso, inquinante, costoso, ma di cui non si può fare a meno per spostarsi. Ha perso l’aurea di novità e di emancipazione che aveva fino alla seconda metà del '900. Ha perso il suo significato simbolico, quello che invece la Tesla possiede. E per cui si è disposti a spendere. E che crea entusiasmo. Quando si crea entusiasmo il prezzo perde di significato. Sei anche disposto a fare file chilometriche per spendere (vedi le file per concerti, per la partita allo stadio, per i nuovi prodotti Apple...); non aspetti sconti e saldi. Sconti e saldi servono quando il prodotto o il servizio non interessa.
 
Tesla ha operato uno stravolgimento del paradigma del’auto elettrica. La motivazione all'acquisto non è più data dal fatto che l'auto elettrica è  “verde” ed “ecologica”, ma perché “fa sentire più avanti degli altri”. Tesla ha guardato l'auto in modo diverso e ha creato un mercato che prima non esisteva. 
 
Èuno stimolo di riflessione importante per tutti coloro che fanno impresa se anche in un mercato “maturo” come l’auto, è possibile fare qualcosa di radicalmente nuovo.
In conclusione, a che cosa serve la formazione? A vedere e progettare cose nuove! A mettere in circolo nuove idee, a progettare e pensare cose che sembrano impossibili.
 
In un momento storico in cui abbiamo a disposizioni grandi tecnologie e nuove conoscenze abbiamo bisogno di nuovi sguardi e di nuove osservazioni. Siamo in una situazione molto simile a quella in cui si trovò Galileo quando iniziò ad esplorare il cielo con il suo cannocchiale. Galileo non aveva inventato il cannocchiale: aveva in mano uno strumento che era disposizioni di molti, ma a nessuno era venuto in mente di osservare le stelle e i pianeti. Perché? Perché Galileo era l'unico che aveva una teoria in mente e voleva dimostrarla! Aveva uno sguardo diverso sul mondo e gli strumenti gli hanno permesso di vedere cose che nessuno vedeva.
 
Oggi abbiamo un armamentario di tecnologie che non si era mai visto prima nella storia dell’umanità e sta venendo fuori che ci manca la tecnologia più importante: come progettarne usi migliori, per creare mondi “più liberi e nuovi”. Troppo spesso ci limitiamo ad effetture le stesse osservazioni di prima (guardiamo le stesse cose in modo più nitido, invece di vedere cose radicalmente diverse).
Ecco perchè cambiare punto di vista è così importante: non è solo un “vedere”, ma è qualcosa che trasforma la reltà e ci permette di fare cose diverse: è un vedere potente e creatore di nuovi mondi e nuovi mercati.
 
Stefano Pollini, consulente e formatore