Aggiornato il: 08 Ottobre 20

La parola alla Strada dei Formaggi

A Dora Tavernaro, Coordinatrice della Strada dei Formaggi delle Dolomiti, abbiamo chiesto come vede il futuro del turismo e quali sono i cambiamenti, anche a livello organizzativo, che la Strada sta mettendo in campo durante questa pausa forzata dettata dall'emerga Coronavirus.

Dora ci racconta in queste righe come questo momento particolare sia anche un'occasione di riprogettazione e di sviluppo di nuove idee in un'ottica di ripensamento del turismo classico che, per poter rispondere alle nuove esigenze dell'ospite e degli operatori, dovrà necessariamente tornare ad una proposta più essenziale, autentica, sostenibile.. 
 
Cos’è cambiato nella vostra attività dopo questa emergenza?
"Il vero cambiamento positivo, a livello operativo, è quello di avere tempo. Di non dover rincorrere un progetto dietro l’altro, ma poter pensare, guardarci attorno, studiare, progettare e non semplicemente eseguire sulla base di modelli e pratiche già rodate che, a lungo andare, diventano vecchie (e ne siamo pure consapevoli). Da un punto di vista organizzativo per noi poco è cambiato perché pratichiamo lo smart working da oltre 10 anni in virtù della maggior efficienza e dei minori costi fissi che questo comporta. In questo modo la nostra operatività è rimasta invariata: io e la mia collega Mabel Valle siamo operative 8 ore al giorno, come di norma. La difficoltà talvolta è quella di relazionarsi con gli altri soggetti, tra ferie, orari differenti, piattaforme tecnologiche che offrono pro e contro. E in un lavoro di relazione come il nostro è un aspetto da non sottovalutare." 
 
Cosa state facendo per affrontare questo momento: dal punto di vista dell’organizzazione, della comunicazione… dove reperite le informazioni per prendere le vostre decisioni?
"La nostra attività si è subito distinta in azioni di breve periodo e medio/lungo. 
 
Sul breve periodo stiamo lavorando su:
  • comunicazione web e social, intesa come cura della relazione con il nostro pubblico che abbiamo visto essersi allargato (es. aumento follower social). Spazio alle ricette e videoricette inedite tramite video casalinghi realizzati dai nostri chef nelle loro case, ma anche e-commerce e food delivery, tour virtuali (recupero di progetti realizzati in passato da nostri partner come il Parco di Paneveggio), racconti di vita specie legati alle aziende agricole, produttori e agriturismi sulla scia del progetto di comunicazione provinciale #lamiaterranonsiferma 
  • supporto ai soci che fanno e-commerce e delivery con sostegno alla digitalizzazione tramite start up gratuite finanziate dal progetto #iostoconiristoratori (es. listino digitale per chi non ha un e-commerce)
  • maggior coordinamento a livello provinciale e recupero dei rapporti anche operativi con altre realtà che operano nel nostro mondo
  • spostamento di alcune iniziative sull’autunno e riprogettazione di altre alla luce delle possibili normative (es. visite guidate in azienda in autonomia, per piccoli gruppi familiari) 
  • formazione nostra (seguiamo almeno un paio di webinar alla settimana) e trasmissione dei contenuti più interessanti ai soci per supportare una loro crescita ed aggiornamento (creazione di una newsletter ad hoc con tre rubriche riguardanti conoscenze, progetti operativi, articoli di interesse) 
  • amministrazione, in particolare la gestione della liquidità tale da garantire l’operatività ordinaria
Sul medio/lungo periodo, in attesa che si delinei un quadro di ciò che sarà consentito e non (in particolare sugli eventi ed iniziative), stiamo lavorando su: 
  • rimodulazione delle proposte consolidate per l’estate che potrebbero adattarsi alla situazione (es. cheesenic in autonomia) 
  • progettazione di nuove attività (es. digital experience abbinate all’e-commerce)
  • selezione dei contenuti che più di altri potrebbero aver appeal sulla domanda (es. percorsi insoliti, luoghi del gusto green raggiungibili a piedi e in cui pranzare all’aria aperta, visite guidate in autonomia tramite percorsi didattici strutturati)" 
Che paure e che possibilità/aspettative ha generato in voi questo momento?
"I timori sono per le imprese nostre associate, per famiglie e dipendenti. Timore che non riescano a superare la crisi economica che si farà sentire ancora a lungo. Alcune attività soffriranno più di altre per la loro tipologia e struttura, ma se sapranno partire con nuove logiche e reinventarsi potranno avere maggiori chance. 
Altro timore è che si usi questo tempo che ci è stato imposto non come investimento, ma solo per capire cosa si può salvare dell’offerta preesistente. Mi spaventa, in un certo senso, il termine ripartenza perché mi dà l’idea di ripresa da dove ci eravamo lasciati. Invece credo si debba partire, quasi da zero, perché questa situazione ha modificato bisogni, aspettative, stili di consumo della nostra domanda ed è proprio su questa che si dovrà progettare una nuova offerta. La stessa domanda avrà un profilo diverso (provenienza di prossimità, capacità di spesa, tipologia di alloggio prescelta, ecc.). 
L’aspettativa è che questa crisi, come spesso accade, ci costringa ad un cambiamento che possa rivelarsi migliorativo nel lungo periodo rispetto alla situazione antecedente l’emergenza. Personalmente auspico che si vada verso un turismo più essenziale (spogliato del superfluo) ed autentico, che le regole sul distanziamento sociale ci portino a comprendere che altre forme di turismo slow basato sulla qualità, sono possibili anche da un punto di vista economico. Che non è indispensabile organizzare eventi che portano migliaia di persone concentrate in un weekend, ma presentano spesso dei costi ingenti, ma forse sarebbe più opportuno lavorare su un’offerta di qualità che permetta di avere flussi minori ma continui nell’arco dell’anno. Un turismo con tempi e modi più umani, per l’offerta e per la domanda. Credo che il Trentino e la montagna in generale potranno giocarsi da subito una posizione privilegiata rispetto ad altre destinazioni, se sapranno enfatizzare la propria identità basata sul contatto con la natura, sulla salubrità e sulla possibilità di godere del territorio pienamente senza incappare in situazioni di assembramento. Sul lato food spero che i nostri operatori dell’enogastronomia possano intravedere nella crisi nuovi tendenze (es. food delivery) e siano disponibili a innovarsi verso nuovi business, anche tramite un’alfabetizzazione digitale. Credo che se ci sarà una disponibilità verso un cambiamento responsabile quello che raccoglieremo sarà ben maggiore di quello che avremo perduto."
 
Dora Tavernaro, coordinatrice della Strada dei Formaggi delle Dolomiti