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Aggiornato il: 07 Agosto 19

"Questa è l’acqua"

Formazione e consapevolezza di sè

Il 21 maggio 2005 lo scrittore americano David Foster Wallace tiene un discorso per la cerimonia delle lauree al Kenyon College, un discorso poi diventato celebre con il titolo "This is water".

Il nome deriva dal racconto con cui esordisce:

"Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice: ‘Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?’. I due giovani pesci continuano a nuotare per un po', e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede ‘ma cosa diavolo è l’acqua?".

A commento Wallace dice:
"Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui parlare”.

Ma il senso di questa piccola storia non si ferma qui.

Potremmo anche dire che l’immersione talvolta fagocitante nei contesti quotidiani della vita, lavorativa e non, può farci perdere di vista il senso dei nostri stessi comportamenti: un esempio di questa “immersione inconsapevole” sono gli stessi social media, che utilizziamo non avendo sempre chiare le implicazioni e le conseguenze del loro utilizzo.

L’incapacità di “avvertire” l’acqua in cui ci muoviamo, è data anche dalla centratura su di sé, che ci fa vedere e interpretare ogni cosa attraverso la lente del sé.

Si potrebbe dire che questo "egoismo" di tipo cognitivo sia naturale e perfino desiderabile. Eppure ogni volta che siamo riusciti a superare positivamente un conflitto, uscendo dalla logica vittoria-sconfitta, è stato grazie alla capacità di capire le ragioni dell’altro, punto di partenza imprescindibile per trovare un accordo.

Ogni volta che qualcuno ha scoperto qualcosa di nuovo e radicalmente innovativo, in ambito scientifico, commerciale o tecnologico, è stato grazie alla capacità di superare il “si è sempre fatto così”, rompendo schemi e pregiudizi, i propri e quelli degli altri. 

Per questo interrogarsi su cosa sia l’acqua in cui nuotiamo costituisce la premessa per capire la prospettiva dalla quale guardiamo al mondo. Perché solo così, conoscendo i meccanismi che muovono il nostro pensare e il nostro agire, possiamo immaginare nuove realtà e nuove prospettive.

La formazione degli adulti agisce sulla base di questo presupposto: mettere in discussione la propria prospettiva, per rafforzarla e renderla più coerente (se adeguata ed efficace), o per aiutare a impostarne una nuova, (se quella posseduta si rivela incapacitante od obsoleta).

Da qui nascono le nostre proposte formative contenute nell’Area “Migliora la tua comunicazione”, che hanno l’obiettivo di mettere al centro situazioni molto comuni e diffuse (la gestione dei conflitti, il parlare in pubblico, il Time Management, l’impostare delle relazioni di lavoro efficaci), per fornire riflessioni e strumenti attorno a ciò che abitualmente facciamo e a ciò che potremmo fare molto meglio e più efficacemente.